Lo spettacolo è un ‘focus’ su Razzullo e Sarchiapone, due personaggi napoletanissimi, poco frequentati nella drammaturgia teatrale. Qui c’è il recupero di scene, dialoghi comicissimi, canti e musiche aggiunte al testo dalla tradizione popolare nel corso dei secoli (lo stesso personaggio di Sarchiapone è un’invenzione del popolo e non dell’autore della Cantata). Del dramma sacro preesistente ne rimane il racconto ‘cuntato’. Il tutto con rielaborazioni e nuove scritture musicali di Carlo Faiello”.

“Un personaggio quello di Sarchiapone – ha detto l’attore e cantante Giovanni Mauriello – da me interpretato da anni con passione e che mi permette di provare in palcoscenico un senso di libertà. Dopo tanti ruoli impegnati, il celebre e buffo barbiere della Cantata in fuga per aver commesso due omicidi,  mi riporta in un mondo incontaminato dove anche la comicità e l’ingenuità popolare si vestono di sentimenti senza tempo”.

“Razzullo – ha sottolineato dal canto suo l’attore Benedetto Casillo – è uno scrivano inviato in Palestina per il censimento è essenzialmente comico ed è perennemente affamato. Partendo da queste caratteristiche, per la mia interpretazione, terrò bene presente la veracità e la popolarità di un testo definito da Viviani come quello di uno spettacolo viscerale che non vuole e non deve assolutamente diventare intellettuale”. Il mio, in altri termini, sarà un Razzullo spiritato ed ingenuo, il quale, sul finale e questa rappresenterà una vera novità, farà delle riflessioni riguardanti il Natale dei giorni nostri”.